Gli analisti del petrolio sembrano coerenti sul fatto che il prezzo del petrolio si alzerà nel 2017, mentre non sono concordi sul quanto in alto il greggio potrà andare. Molti vedono un aumento graduale verso 80 dollari al barile nei prossimi anni, altri meno, ma in ogni caso si ritiene che il ciclo di produzione del petrolio raggiungerà il picco il prossimo anno.
La Raymond James Financial, azienda che lavora nel campo degli investimenti con sede in Florida, ha aumentato le sue previsioni già rialziste prevedendo un incremento del prezzo dell’oro nero fino a 80 dollari al barile nel 2017, in rialzo di 5 dollari rispetto alla previsione precedente. Da allora in poi, si pensa che il prezzo potrebbe scendere fino a 75 dollari nel 2018 e a 70 nel 2019. L’azienda americana aveva già parlato, all’inizio di quest’anno, del prezzo del petrolio, dicendo che il prezzo del contratto West Texas Intermediate sarebbe arrivato a 70 dollari al barile entro dicembre. Da allora, abbiamo visto un rimbalzo del 85 per cento, da un minimo di circa 26 dollari al barile fino a quasi 50.
Questo divario nelle previsioni dei prezzi è importante. Se un investitore ritiene che i prezzi del petrolio raggiungeranno un picco l’anno prossimo, diventa importante acquistare azioni di aziende petrolifere, dal momento che in genere il prezzo delle stesse è correlato strettamente ai futures del greggio.
Morgan Stanley è di altro avviso, affermando che il prezzo del greggio dovrebbe rimanere anche per il prossimo anno attorno a 51 dollari al barile. Secondo la banca d’affari, il greggio non arriverà a 77 dollari al barile prima del 2019. Ancora più pessimista sull’incremento dei prezzi è la Piper Jaffray Simmons & Co. International, che ha alzato le sue previsioni ma non va oltre i 60 dollari al barile nel 2017 e i 70 dollari al barile nel 2018.
Allora, a che cosa è dovuta la previsione di Raymond James Financial? Una combinazione di offerta in declino e di una più robusta domanda di petrolio convergerà con delle riduzioni maggiori del previsto delle scorte di greggio a livello mondiale. La società ha infatti tagliato le previsioni sulle forniture di petrolio per il 2017 di circa 800.000 barili al giorno. Al momento, si tratta dell’unica tra le grandi aziende ad essere così rialzista.
Pavel Molchanov, analista della Raymond James, ha detto di recente di non affidarsi troppo sulle dinamiche di domanda e offerta per quanto riguarda il greggio, dato che non vi è alcun collegamento evidente tra ciò che sta accadendo alla fornitura e alla domanda di greggio, e il suo prezzo. Se ci fosse, non si sarebbe bisogno di analisi, secondo Molchanov, il quale ha anche aggiunto che la realtà è che la previsione del prezzo del petrolio è come cercare di predire i prezzi delle azioni: è più un’arte che una scienza.
In tutti i casi, per il mercato è importante che i prezzi del petrolio si aggirino almeno attorno a 70 dollari al barile, solo in questa maniera sarà possibile finanziare in maniera sostenibile la nuova produzione.
Una cosa sulla quale tutti i grandi investitori concordano sono le azioni delle compagnie del petrolio: le previsioni sono positive.
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